MEDICINA - ERBORISTERIA - MEZEREO O FIOR DI STECCO (Daphne mezereum L.)

Pianta della famiglia delle Dhymelaeaceae, distribuita in Europa e in Asia. In Italia si trova, e qualche volta è anche abbondante, nei boschi, nei pascoli di montagna delle Alpi e dell'Appennino. È una pianta estremamente velenosa.

GENERALITÀ
Il mezereo o fior di stecco e una pianta arbustiva alta 60 cm o poco più, con foglie alterne, oblughe, obovate o lanceolate, sessili o quasi, di consistenza coriacea.
Queste foglie sono glabre e caduche. Alla loro caduta, in autunno, si notano già le gemme fiorali, ciascuna delle quali in marzo originerà da uno a tre fiori a corolla rosea, molto profumati.
Il nome «fior di stecco» è dovuto al fatto che quando questa pianta fiorisce è senza foglie, per cui si notano solamente gli steli o stecchi, tutti ricoperti da fiori. Ha un sapore acre.
Per scopi terapeutici si utilizza la corteccia, che viene colta al termine del periodo vegetativo (in autunno).
Mezereo o fior di stecco


IMPIEGO TERAPEUTICO
Il mezereo era già noto fin dall'antichità per le sue proprietà medicinali, ma il suo impiego andò sviluppandosi soprattutto dal Medioevo al Rinascimento.
Come le altre dafne, il mezereo è pianta molto velenosa in tutte le sue parti. Nella letteratura sono citati numerosi casi di avvelenamento dovuto alla somministrazione dei suoi frutti, della corteccia o anche delle foglie. Dieci o dodici bacche di mezereo possono già essere letali per l'uomo.
Il primo segno di intossicazione è l'infiammazione della bocca e della cavità orale, della gola, dell'esofago: si ha anche una abbondante salivazione. Si ha poi sete intensa, nausea, vomito e diarrea.
Il mezereo è stato utilizzato per scopi terapeutici come purgativo drastico diuretico, sudorifero, depurativo e risolutivo. Oggi però questa pianta viene sempre più raramente utilizzata, proprio per la sua elevata tossicità.
Il suo uso è limitato quasi esclusivamente all'esterno, dove la corteccia esercita proprietà rubefacenti e vescicatorie.
Il mezereo sembra calmare le nevralgie facciali e frontali. Si preparano anche frizioni antireumatiche e antigottose.
I principi attivi del mezereo sono soprattutto delle resine irritanti e amare e dei glicosidi amari astringenti, molto tossici.

PREPARAZIONI
Data l'elevata tossicità di questa pianta, non si riportano qui né le preparazioni, ne le dosi d'uso. L'uso di questa pianta deve essere fatto solo su prescrizione medica.

RACCOLTA E CONSERVAZIONE
La corteccia di mezereo si raccoglie in autunno o, meglio ancora, in febbraio-aprile. Si tagliano i rami alla base e si incide il ramo in senso longitudinale, staccando la corteccia, che durante l'essiccamento si accartoccia.
Si secca al sole per due o tre giorni e se ne completa l'essiccamento all'ombra. Conviene tagliare la corteccia in pezzi lunghi 5-10 cm, subito dopo averla staccata dai rami.
La coltivazione di questa pianta presenta serie difficoltà, soprattutto nelle zone al di sotto del limite altitudinale di 500 m. Può essere comunque tentata estirpando piante in natura, al termine del periodo vegetativo, con un largo pane di terra.
Altre specie del genere hanno identiche proprietà della Daphne mezereum L. Tra queste vanno ricordate: la Daphne laureola L., la Daphne cnidium L., la Daphne cneorum L.
 

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